Epilogo a Bruxelles La capitolazione di Tsipras Cacciato Varoufakis, Tsipras si è presentato a Bruxelles con il suo nuovo ministro dell’economia ed un piano da 12 miliardi. La crudele Commissione europea contro cui si era mobilitato il popolo greco nel referendum se ne accontentava di otto. Solo che dopo aver preso in giro Bruxelles per mesi e aver indetto persino un referendum che aveva fatto gioire tutte gli spiritelli antieuro sulle due sponde dell’Atlantico, Tsipras doveva presentarsi con il capo coperto di cenere. Lui non è un professore universitario che scrive i suoi discorsi da un ufficio vista mare. Ha la responsabilità di governare un paese dove la gente è da settimane in coda agli sportelli delle banche. Può darsi benissimo che se la Grecia uscisse dalla moneta unica si riprenderebbe meravigliosamente. È sicuro invece che prima dovrebbe affrontare un’ondata di panico che né Tsipras né Syriza saprebbero controllare. Da qui la scelta di andare incontro alla Commissione con un piano di proposte in grado di soddisfarla e probabilmente a breve un nuovo governo ad Atene, perché come si capisce dall’atteggiamento di Varoufakis la sinistra marxista si spaccherà, come tra l’altro ha sempre fatto nel corso della sua lunga storia. Siamo così giunti all’epilogo dell’affair greco? Prudenza fino a quando non siamo sicuri di aver appreso una lezione importante. L’euro sarà pure stata una solenne sciocchezza e andrà ripensato completamente, purtroppo non sono i paesi più deboli che possono permettersi di farlo. La ragione è che sono anche i più esposti a pagarne ogni possibile ritorsione per l’abbandono, come ad esempio stava accadendo ad Atene con l’interruzione della liquidità alle banche. Fa piacere che l’Italia si senta al sicuro. Il presidente del Consiglio italiano ha detto che siamo oramai parte della soluzione e non del problema ed i nostri professori in queste settimane discettavano sugli aspetti democratici della politica economica piuttosto che sulla sua efficacia. Roma, 13 luglio 2015 |